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C.P.R. = CENTRI PERSECUZIONE e RECLUSIONE

I decreti “sicurezza” voluti dal governo “Conte-Movimento 5 Stelle-Lega” rappresentano un preciso attacco rivolto non solo contro gli immigrati ma contro quanti lottano, oggi e nel futuro. Il governo “Conte-Movimento 5 Stelle–PD– LEU” pensa solo a piccoli ritocchi, mantenendo inalterata la loro impostazione. A quanti se ne stupiscono ricordiamo che con queste violente misure repressive si aggrava semplicemente ciò che è stato legiferato dai precedenti governi, quelli di centro sinistra targati P.D. che nel campo del lavoro si sono contraddistinti colpendo, di concerto con CGIL CISL UIL, il diritto di sciopero e i diritti sindacali, perfezionando poi con il Job Act la loro demolizione. Mentre sul piano della politica della casa nulla hanno fatto se non incrementare sgomberi e sfratti (e a Milano ne sappiamo qualcosa). Rispetto all’immigrazione i governi P.D. a partire dalla legge Turco-Napolitano (istitutrice della prima forma di campo di concentramento in Italia dalla fine della guerra, i CPT), non solo si sono ben guardati dal mettere mano alla legge Bossi-Fini, che incentiva il lavoro nero e precario, ma hanno vanificato l’acquisizione della cittadinanza ai figli dei cittadini immigrati, nati e cresciuti in Italia, rispolverandola solo ora in forme confuse e ambigue. Non solo: il decreto del ministro del P.D. Minniti ha dato inizio con il DASPO urbano all’ulteriore emarginazione dei poveri; ha promosso la criminalizzazione di quanti operano per la salvaguardia della vita (le Ong); ha preso accordi con le milizie libiche e i trafficanti di carne umana per l’apertura di autentici campi di concentramento ove torture, violenze sessuali e privazioni sono all’ordine del giorno; infine ha voluto la cancellazione del secondo grado d’appello per i richiedenti asilo e istituito i Centri di Permanenza per il Rimpatrio, dove si viene reclusi, privati anche di quei minimi diritti che spettano ai detenuti nelle carceri di Stato. Minniti ha sostanzialmente aperto la strada alle successive misure di Salvini, con l’abolizione del permesso umanitario che colpisce soprattutto le donne vittime di violenze sessuali.

Oggi il governo giallo-rosa pallido, con l’ampliamento del numero dei paesi considerati ‘sicuri’, riduce a quattro mesi il periodo per l’espletamento delle procedure di espulsione, rendendo più difficoltose le modalità di acquisizione degli elementi a sostegno del riconoscimento della condizione di rifugiato politico o di bisognoso di protezione umanitaria. I soggetti LGBTI a questo proposito si dimostrano i più vulnerabili perché tra i paesi considerati sicuri vi sono quelli che li criminalizzano, sottoponendoli a pesanti pene detentive.

Selezionare, accogliere o respingere gli immigrati sta alla base dell’azione del governo, e degli interessi del capitalismo, come conferma il mantenimento della differenza tra rifugiati politici ed esuli economici e il respingimento per quanti arrivano dai paesi considerati ‘sicuri’. Se si è ridotto il martellamento mediatico sull’invasione, frutto della demagogia securitaria di Salvini & C, i semi avvelenati della fabbrica della paura continuano a fecondare l’azione politica del governo.

In un mondo dove esiste la libera circolazione di capitali e di merci, dove fabbriche e aziende possono essere spostate a piacimento mettendo lavoratrici e lavoratori sulla strada, dove le grandi coltivazioni e l’acquisizione di terre mettono sul lastrico i contadini, dove i cambiamenti climatici e le guerre alimentate dagli appetiti imperialistici mettono in fuga intere popolazioni, dobbiamo rivendicare con forza la libera circolazione di ognuno senza condizioni che permetta a quant* sono sottopost* a queste privazioni di muoversi liberamente attraverso i confini, impegnandosi affinché le frontiere siano definitivamente abbattute con gli Stati che le hanno generate.

L’alternativa al sistema è possibile, e può venire solo dalla società, dai lavoratori e dalle lavoratrici e non dallo Stato.Unendosi tra sfruttati e oppressi, mettendo in luce il proprio protagonismo, con il metodo della discussione e della decisione per consenso, superando la vecchia pratica basata su maggioranze e minoranze, praticando l’autogestione nei momenti di vita sottratti al potere, praticando solidarietà, antiautoritarismo, antirazzismo e antisessismo, si potranno costruire movimenti di lotta non pilotabili da nessuno e così riprendere gli spazi di libertà sottrattici, e far si che anche la prospettiva di un mondo di libere ed eguali diventi cosa concreta.

FEDERAZIONE ANARCHICA – MILANO – viale Monza 255

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