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Se non ora, quando ?

Dal Nord al Sud si stanno allargando forme di lotta clamorose da parte dei lavoratori, spinti dalla disperazione, per ottenere l’attenzione dei mezzi di comunicazione.
A volte funziona aiutando a risolvere positivamente le vertenze in corso, altre volte, complici anche l’oscuramento delle telecamere, la situazione aziendale non cambia.
Forse è ora di scendere dai tetti, occupare i luoghi di lavoro, riappropriarsi dei mezzi di produzione e delle ricchezze sociali che i lavoratori hanno prodotto e dalle quali vengono pesantemente esclusi.


 


–    Milano, stabilimenti della Innse: i primi di agosto quattro operai e un sindacalista salgono sulla cabina di una gru nello stabilimento contro la chiusura della fabbrica.
Ci rimangono per 8 giorni.


–    Marcellina (40 km da Roma), ditta ‘CIM – Calci Idrate Marcellina’: il 10 agosto sette operai salgono e rimangono per tre giorni su una torre di 50 metri contro l’ipotesi di licenziamento.


–    San Nicola di Melfi, stabilimento Lasme (Fiat): il 25 agosto sette operai salgono sul tetto della fabbrica per protestare contro i licenziamenti. Ci rimangono per 4 giorni.


–    Napoli, Maschio Angioino: il 28 agosto quattro operai della società ‘Elettra Energia’ salgono sul castello minacciando di lanciarsi di sotto o di darsi fuoco contro la minaccia di 30 licenziamenti.


–    Ascoli, stabilimento della Nevico: sei lavoratori del gruppo che produce siringhe e aghi si chiudono a fine agosto all’interno dell’azienda con l’intenzione di proseguire la protesta fino a quando le loro richieste occupazionali non verranno ascoltate.


–    Tra agosto e settembre in tutta Italia diversi comitato dei precari della scuola ‘occupano’ i tetti contro i tagli del ministro Gelmini: molti protestano anche in mutande, incatenandosi o con scioperi della fame.


–    Imola, Nnh (azienda bolognese controllata dalla Fiat, produce macchine per movimento terra): dal 30 agosto un operaio annuncia sciopero della fame ad oltranza contro la chiusura dello stabilimento.


–    Teverola (Caserta), pastificio Molino Chirico dal 31 agosto 51 operai sono in sciopero della fame dopo aver occupato lo stabilimento, perché da aprile non percepiscono l’indennità di cassa integrazione.


–    Cosenza, palazzo della Provincia: il 2 settembre una decina di operai della Vallecrati (società che cura la raccolta dei rifiuti nell’hinterland casentino) si barricano sul terrazzo ad oltranza per mancata corresponsione delle ultime tre mensilità.


–    Mesero (Milano), Esab Saldatura: il 2 settembre sei operai salgono sul tetto dell’azienda per manifestare contro la chiusura e lo spostamento della produzione nei Paesi dell’est Europa:


–    Battipaglia (Salerno), Alcatel-Lucent: il 7 settembre 5 operai si barricano per cinque giorni nella fabbrica e minacciano di darsi fuoco chiedendo garanzie per il posto di lavoro.


–    Acerra (Napoli), ex Montefibre: il 10 settembre 4 operai, che avevano già occupato l’aula consiliare del Comune, salgono su un silos per protestare contro il mancato avvio del piano di reindustrializzazione dell’area.


–    Paderno Dugnano (Milano), Metalli Preziosi: il 14 settembre cinque operai salgono sulla piattaforma della ciminiera di una fornace alta 40 metri per l’ipotizzata chiusura dello stabilimento.


–    Castellamare di Stabia (Napoli), Fincantieri: il 24 settembre un gruppo di operai si arrampica sul tetto dello stabilimento per chiedere tempi rapidi per l’aggiudicazione di nuove commesse che garantirebbero il lavoro ai dipendenti.


–    Sciacca (Agrigento), ospedale: il 30 settembre 29 infermieri vincitori di un concorso  due anni fa, ma ancora senza lavoro, salgono sul tetto degli uffici amministrativi per avere l’inserimento lavorativo.


–    Colleferrato, Alstom: il 6 Ottobre alcuni operai protestano per la chiusura dello stabilimento e ‘trattengono’ 3 menager.


–    Aulla (Massa Carrara), Municipio: il 14 ottobre lavoratori della ‘Costa Mauro’ azienda di trattamento dei rifiuti, occupano il tetto del comune e l’ufficio del sindaco contro ipotesi di licenziamento.


–    Lodi (Milano), Akzo Nobel: il 19 ottobre i lavoratori iniziano lo sciopero della fame per difendere il  posto di lavoro dei 184 dipendenti.

Posted in da Umanità Nova.