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7 OTTOBRE 2017 – LIBERTA’ PER TUTTE LE PRIGIONIERE E TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI INCARCERATI NELLE GALERE TURCHE

 L’OPPRESSIONE È GLOBALE LA SOLIDARIETÀ SARÀ INTERNAZIONALISTA

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO che l’esordio della dittatura a viso aperto in Turchia fu l’elezione di un guappo del Fondo Monetario Internazionale – Recep Tayyip Erdoğan – che promise e realizzò riforme lacrime e sangue, cancellando con un colpo di spugna i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per accontentare la finanza internazionale, nel nome dell’Austerity.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO che la protesta popolare e spontanea aggregatasi nel 2013 in piazza Taksim e presso Gezi Park fu stroncata dalla più feroce e brutale repressione, annegata nel sangue del compagno quindicenne Berkin Elvan e nelle migliaia di anni di prigione comminati a quanti avevano osato alzare la testa davanti al tiranno, bollati da giudici e giornali di regime – in perfetta aderenza col linguaggio politichese giuridico ormai di moda anche in Italia – come terroristi.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO la pronta adesione di Erdogan al programma d’espansione dell’imperialismo saudita, spalleggiato dagli USA e dall’Unione Europea con consistenti invii di armi, molte delle quali prodotte in Italia, con grande soddisfazione dell’imprenditoria della morte nostrana.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO il sostegno di Erdogan al Daesh, lo Stato islamico, la punta di diamante della penetrazione saudita in Iraq e Siria. Non abbiamo dimenticato le lunghe colonne di camion cisterna che dalla Siria e dall’Iraq portavano in Turchia il petrolio venduto dalle milizie del terrore al loro protettore di Istanbul; il petrolio sporco del sangue di decine di migliaia di donne Ezide assassinate, vendute come schiave, stuprate e torturate dai miliziani di Daesh; il petrolio che passando per la Turchia e per Israele veniva ricettato da “eroi del nostro tempo” (o imprenditori, se preferite) italiani ed europei.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO che nella corsa all’islamizzazione in salsa capitalistica del suo disgraziato paese, Erdogan non rinunciò a strumentalizzare gli attentati di Cizre, di Ankara e di Suruç, costati la vita a decine di compagni (e tra questi i libertari Alper Sapan e Evrim Deniz Erol), per appiattire qualunque opposizione nella comoda definizione di ‘terrorismo’. Non abbiamo dimenticato i giornali soppressi, i militanti arrestati, la libertà di pensiero azzerata.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO la cieca violenza dei bombardamenti turchi del 2015 e del 2016 su Cizre, Nusaybin, Mardin, Amed; non abbiamo dimenticato i civili assediati, i bambini affamati, uomini e donne massacrati dai cannoni e dai cecchini, colpevoli di avere osato ribellarsi al tiranno proclamando la propria autonomia nel nome del Confederalismo democratico e di un modo autenticamente rivoluzionario di pensare il governo: esercitato dal basso da tutte e tutti coloro che vivono il territorio e nel territorio.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO che le città Kurde distrutte furono oggetto, poco dopo la fine della repressione, di una lucrosa speculazione edilizia, una vera e propria pulizia etnica che cacciava la componente Kurda dal territorio e garantiva ingenti profitti al dittatore ed ai suoi amici imprenditori.

NOI NON ABBIAMO DIMENTICATO che tutto ciò avvenne e tuttora avviene col consenso, vergognoso quanto incondizionato, dell’Unione Europea e dei governi d’Europa, incluso quello italiano, timorosi dell’arrivo in Europa dei profughi in fuga dalla guerra suscitata in Siria dall’appetito degli imperialismi e del capitalismo internazionale. NO! NON ABBIAMO DIMENTICATO i miliardi di euro versati dalla UE nelle casse di Ankara per compiacere la gretta xenofobia europea e finanziare orridi campi di concentramento al confine turco-siriano, dove le famiglie profughe sono imprigionate in condizioni disumane, gli uomini sfruttati quale manodopera a basso costo, i bambini prostituiti. Una degna pietra di paragone per i lager oggi aperti anche in Libia grazie all’infame accordo del governo italiano con i ‘colleghi’ di Tripoli.

Ci limiteremo a piangere le vittime degli attentati, o comprenderemo finalmente che è la nostra stessa apatia a consentire a governi e Capitale di promuovere e finanziare guerre sanguinose per procura nel nome del profitto? Guerre iniziate dai ricchi e per i ricchi, dai potenti per i potenti, ma nelle quali moriranno sempre e solo poveri, di qualunque colore, lingua o religione.

Noi crediamo e affermiamo che il silenzio è il più viscido complice dell’oppressore. Noi crediamo e affermiamo che l’individuo ha dei diritti sino a che è in grado di difenderli, non solo per sé e non solo dove vive, ma per chiunque e in ogni parte del mondo. Noi crediamo e affermiamo che l’unica forza capace di tutelare la dignità di ogni essere umano è quella che proviene dall’unità delle sfruttate e degli sfruttati, delle oppresse e degli oppressi, emancipati da ogni servitù e liberi di autogovernarsi secondo i principi dell’uguaglianza e della solidarietà libertaria. Per questo il 7 ottobre intendiamo portare in piazza la nostra solidarietà internazionalista ai Compagni detenuti nelle carceri turche e a tutti i gruppi che oggi proseguono in Turchia e in Siria la Lotta per la liberazione di genere, la Lotta armata contro l’islamo-fascismo, la Lotta per una società laica e pluralista, la Lotta anti-razzista e anti-nazionalista, la Lotta di classe contro il Capitale, percorsi irrinunciabili e non negoziabili verso l’Avvenire Libertario.

Viva la Rivoluzione Sociale! Viva l’Anarchia!

FEDERAZIONE ANARCHICA – MILANO – FAI

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