Sosteniamo la mobilitazione del 1° marzo 2010 e lo sciopero generale contro il razzismo di Stato e lo sfruttamento.
Dai cantieri edili del nord fino alle campagne agricole calabresi di Rosarno, vivere in Italia per i migranti è sempre più difficile e pericoloso. L’attacco è feroce, spietato, attuato da un governo che sempre più si caratterizza in modo fascistoide e razzista, che legifera al fine di istituire norme da vera e propria apartheid, ma che trova, purtroppo, sostegno anche in larghi settori dell’opinione pubblica toccati dalla crisi economica e sociale.
Ai migranti il capitale impone condizioni di lavoro sempre più schiavistiche: ricattabilità, lavoro nero, salari da fame sono all’ordine del giorno. La connessione Permesso di Soggiorno-lavoro e le condizioni di “irregolarità” in cui molti immigrati sono costretti hanno creato un vero e proprio mercato delle braccia a bassissimo costo che, soggetto ad un sistema spietato di nuovo caporalato, è a totale disposizione delle imprese italiane di ogni dimensione e settore, cosche mafiose, ecc. mentre, contro chiunque provi a ribellarsi, dove non arriva la mano lunga della mafia, arriva il manganello pesante delle forze del disordine statale.
Per il popolo migrante, o per chi in questi lidi vi è nato ma ne rifiuta la deriva autoritaria e razzista, non vi è possibilità di riscatto all’interno delle istituzioni. Tutti i partiti, di destra, di centro, di sinistra, negli ultimi quindici anni hanno legiferato e governato politiche migratorie fatte di flussi programmati, nell’istituire veri e propri lager dagli ingannevoli nomi come Centri di Permanenza Temporanea trasformatisi in Centri di Identificazione ed Espulsione, ecc.
I sindacati concertativi e di Stato come CGIL, CISL, UIL, UGL, ecc., ormai fedeli servitori di Stato e Capitale, si sono mostrati incapaci e mai determinati a sconfiggere il razzismo latente nei lavoratori italiani. Sono solo preoccupati di essere scavalcati da processi di reale autogestione ed emancipazione ad opera dei lavoratori migranti stessi, mentre sono totalmente inefficaci nella “difesa degli ultimi” massacrati dalle istituzioni, quando non sono, nei fatti, complici nel loro sfruttamento.
Il sindacalismo di base, che pure in diverse delle sue espressioni si è posto il problema della difesa e della tutela del popolo migrante, solo in poche occasioni è riuscito ad essere sufficientemente incisivo.
Ma per fortuna, accanto alla canea razzista, nascono e si sviluppano anche forme di antirazzismo. A Milano, capitale economica e politica a gestione PDL-Lega, l’intervento del Comitato Antirazzista Milanese, in appoggio a lotte operaie con predominante presenza migrante, ha influito nel conseguimento di importanti vittorie dimostrando che solo la lotta unitaria tra sfruttati contro sfruttatori è la giusta via da perseguire.
La giornata di sciopero del popolo migrante indetta per il 1° marzo auspichiamo abbia a caratterizzarsi per un protagonismo diffuso, soprattutto animato e autogestito da una vivace e importante partecipazione immigrata.
Il gran numero di persone e associazioni che sempre più aderiscono a questa iniziativa sono la conferma che solo un lavoro dal basso, coerente e determinato, può sconfiggere il razzismo ovunque si manifesti.
Razzismo e xenofobia, utili strumenti di Stato e Capitale per far credere che sia lo “straniero” il responsabile dei loro disastri, vanno debellati anche attraverso una grande mobilitazione quotidiana che sia insieme politica e culturale.
La scadenza del 1° marzo, soprattutto nella sua forma di sciopero generale dei lavoratori immigrati e non, deve poter esprimere e radicalizzare la totale contrarietà ad ogni forma di discriminazione razziale e di rilancio per la conquista di nuovi, e alcuni persi, diritti.
Per tanto auspichiamo che i sindacati di base, collettivi e comitati, ecc. sostengano esplicitamente la mobilitazione dello sciopero generale, ridando parola ai tanti “senza voce” provenienti da diverse parti del mondo.
La Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese – FAI