LIBERTA’ PER ÖCALAN
LIBERTA’ PER TUTTE LE DETENUTE E I DETENUTI
Contro le zone della Siria del Nord-Est, abitate prevalentemente da popolazioni curde e gestite dall’AANES (Amministrazione Autonoma del Nord-Est della Siria), la Turchia ha intensificato dall’autunno scorso gli attacchi militari contro le sorgenti idriche ed energetiche, le loro reti di distribuzione, i magazzini alimentari e le industrie di trasformazione, le strutture mediche, le tipografie, le fabbriche di abbigliamento.
Tra il 15 e il 18 gennaio 2024, in soli tre giorni, sono stati sferrati decine e decine di bombardamenti contro distributori di benzina e centrali lasciando più di 900 villaggi senza elettricità. Le responsabilità dell’Italia sono dirette ed evidenti, essendo la Turchia uno dei maggiori mercati di esportazione dell’industria bellica nostrana, con in testa Leonardo e Beretta, attraverso la fornitura di armi, elicotteri, bombe, missili e droni.
Con queste azioni terroristiche la Turchia, approfittando della situazione di guerra che coinvolge il Medio oriente, vuole colpire le basi economiche della popolazione portando al collasso le strutture di autogoverno basate sul confederalismo democratico, distruggendo le conquiste sociali ottenute con una dura lotta, rendendo così sempre più difficile, se non impossibile, la vita nella regione.
Ancora una volta si rende necessaria una mobilitazione internazionale per costringere il governo del presidente turco Recer Tayyip Erdogan a cessare i bombardamenti e a rispettare le libertà, l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli del Rojava.
In questa mobilitazione assume particolare importanza la richiesta di scarcerazione di Abdullah Öcalan, detenuto da oltre 25 anni, in condizioni inumane di isolamento, nell’isola di Imrali. Ricordiamo infatti che fino al 2015 si erano tenuti dei colloqui in carcere tra una delegazione turca e Öcalan per trovare una via di risoluzione politica al conflitto tra Turchia e il movimento di liberazione curdo; colloqui improvvisamente interrotti da Erdogan con l’offensiva militare contro le città curde della Turchia – Cizre, Nusaybin, il quartiere di Sur di Diyarbakir – provocando lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e centinaia di vittime civili. La libertà di Öcalan, così come quella delle tante e dei tanti detenuti politici, diventa oggi un passo indispensabile per la soluzione di quel conflitto.
Per la cessazione dei bombardamenti e degli attacchi delle bande Jihadiste sostenute da Erdogan, per la libertà di Öcalan e delle tante e dei tanti detenuti politici, siamo in piazza il 17 febbraio per manifestare il nostro sostegno alla comunità curda e alla rivoluzione in atto, basata sulla gestione diretta e federata del territorio, sull’eguaglianza dei generi, sull’ecologia sociale.
JIN, JÎYAN, AZADÎ
FEDERAZIONE ANARCHICA – ATENEO LIBERTARIO