CONTRO TUTTI I MILITARISMI,
MASSIMA ESPRESSIONE DEL MACHISMO E DELL’AUTORITARISMO PATRIARCALE
Come compagne e compagni dell’Ateneo Libertario di Milano e della Federazione Anarchica Milanese, oggi scioperiamo non soltanto contro il patriarcato, ma anche contro la guerra, una delle sue espressioni più alte e violente. Il potere militare e poliziesco è infatti complice di riprodurre la logica e la cultura dell’oppressione etero-cis-patriarcale che ostacola quotidianamente i nostri percorsi di liberazione.
Come anarchiche e antimilitariste ci schieriamo contro ogni forma di potere e di dominio, contro ogni gerarchia e rivendichiamo l’autodeterminazione. Da sempre lottiamo contro il sistema patriarcale, che concepisce le relazioni come dominio e proprietà e attua il suo programma con lo strumento del ricatto economico, dell’oppressione e della violenza delle armi e dello stupro. Le armi italiane sono presenti su tutti i teatri di guerra. Guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: non solo perché le aziende che le producono le abbiamo in casa, come il colosso pubblico Leonardo S.p.A., ma anche perché è sempre più crescente la penetrazione della propaganda dell’Esercito nelle scuole e nelle università, come la stipula di accordi per lo svolgimento dell’alternanza scuola-lavoro nelle caserme o gli accordi che la Leonardo S.p.A. ha stipulato con diverse università italiane, tra cui il Politecnico di Milano (il cui rettore, Ferruccio Resta, è addirittura membro del consiglio di amministrazione della Leonardo). L’industria bellica è un business che non va mai in crisi, nemmeno con la pandemia. Nel 2022 le spese militari italiane hanno superato i 26 miliardi di euro e le vendite dei 100 maggiori produttori di armi al mondo sono aumentate del 1,3% rispetto a prima della pandemia. Tra questi la Leonardo si è classificata al 13° posto della classifica globale. L’aumento delle risorse per la guerra e i suoi profitti sono inversamente proporzionali al calo delle risorse destinate alle reali necessità sociali che riguardano la maggioranza della popolazione mondiale come sanità, istruzione, cultura, trasporti, ambiente, lavoro e garanzie sociali. Un solo giorno di spesa militare, pari a 70 milioni di euro, corrisponde al costo di 7 nuovi edifici per la scuola media inferiore o al costo complessivo di 482 studenti che completano l’intero ciclo di istruzione dalla materna fino alla laurea. Rispetto gli altri paesi europei il personale sanitario è diminuito del 4,9% negli ultimi otto anni. Le famiglie totalmente indigenti sono il 7,7% in più rispetto al 2019. Le condizioni salariali registrano record negativi. Aumentano i lavoratori con bassa paga oraria e in Italia i salari, rispetto al 1990, sono diminuiti del 2,9%. La disoccupazione tra i giovani laureati (17,9%) e diplomati (27,7%) è il doppio della media europea. A guidare la classifica delle emissioni nocive non sono i colossi chimici o petroliferi, ma la difesa e gli armamenti, con il 15% dell’inquinamento complessivo. Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade così come i confini.
ATENEO LIBERTARIO
FEDERAZIONE ANARCHICA – MILANO