Siamo ormai alla soglia dei due anni di pandemia: un pezzo di vita che ci ha segnato e ci attraversa ancora quotidianamente, tra preoccupazioni e voglia di reagire, esigenza di tutela e autotutela e voglia / bisogno / necessità di rilanciare la lotta.
Eppure, tra lockdown e riunioni on line, assurdi green pass e spaventosi draghi, la “comunità”, umana e politica, che aderisce o simpatizza per la Federazione Anarchica Milanese e anima e partecipa alla vita dell’Ateneo Libertario ha continuato a vivere e a lottare, scendendo spesso in piazza e continuando ad organizzare quanti più possibili momenti di socialità.
In due quasi due anni di vicende che hanno cambiato e condizionato anche le relazioni e gli incontri tra esseri umani, paradossalmente ma non tanto, il gruppo di compagni e compagne che stabilmente tiene in vita il gruppo è persino aumentato, arricchendosi di contributi, spunti, energie, suggestioni di chi ha comunque visto in noi, anche in questa fase, un approdo accogliente. E tutti e tutte abbiamo provato a tener vivo il contatto anche con l’area più allargata di uomini e donne che vengono a discutere, a pensare, e anche a mangiare nella nostra sede.
L’elenco di ciò che abbiamo fatto in questi due anni è lungo: sin da subito in campo (per qualcuno anche con multe pesanti!) contro la gestione criminale della pandemia del governo Conte e dei serial killer della Regione Lombardia le iniziative, prima on line e appena possibile dal vivo, sono state davvero tante. Presentazioni di libri e riviste, dibattiti, incontri internazionalisti e anarcofemministi ma anche presenza in piazza: negli scioperi del sindacalismo di base e nelle lotte sui posti di lavoro, nella partecipazione attiva all’iniziativa che ha dato vita all’Assemblea Antimilitarista e alla manifestazione di Torino del 20 novembre (e che nei prossimi mesi continuerà con altri momenti di lotta e riflessione), fino alle scadenze, non rituali ma di memoria e di lotta, per non dimenticare la strage di piazza Fontana e l’assassinio del nostro compagno Giuseppe Pinelli.
Eppure, per fare queste cose, oltre alle forze umane occorre anche un posto dove farle e organizzarle. Da oltre 45 anni la sede di Viale Monza 255 è la casa, la nostra e di tutte le persone che la frequentano anche solo per qualche iniziativa. Una casa che abbiamo sempre voluto aperta e accogliente e che in diverse occasioni abbiamo provato ad abbellire e rendere più confortante. Ma anche una casa che costa e che tra affitto, bollette e tasse ci richiede un impegno mensile assai sostanzioso.
Abbiamo sempre pensato che una dimora comune potesse vivere solo se interamente autofinanziata, unico modo per non dover rendere conto a nessuno, se non a noi stessi, di ciò che facciamo e per sentirsi davvero protagonisti.
Ogni giorno lo stato italiano spende 70 milioni di euro per le spese militari, ogni mese tra riduzione del potere d’acquisto dei salari e tasse e balzelli vari, siamo da sempre regolarmente rapinati. Il resto va per la casa, i figli, la salute. Pagarsi il tempo libero è difficile per molti, figuriamoci una sede anarchica. Ma sappiamo anche che i nostri compagni e le nostre compagne hanno anche una generosità senza limiti, che spesso si è trasformata in gesti concreti.
Vi chiediamo di esserlo ancora e il più possibile in questo momento. Per dare una mano al pensiero, alla lotta, alla socialità e alle feste che nascono in viale Monza 255 e che vogliono, ancora oggi e ancora di più “contagiare” (una volta tanto in senso positivo) il mondo intero.
INVIACI IL TUO PREZIOSO CONTRIBUTO A:
POSTEPAY EVOLUTION
D’Errico Antonio Leonardo Giacomo
IBAN: IT41U3608105138258561158573