Sulle colonne di Umanità Nova non passa settimana che non si affronti il tema delle politiche autoritarie, xenofobe e segregazioniste che tentano di "fermare" i flussi migratori e di controllare la questione migrante sui "fronti interni".
Anche in questo numero nelle pagine di Inform/Azione ci sono episodi denunciati e notizie di lotta e di contestazione.
A questo link (http://www.federazioneanarchica.org/antirazzista/index.html) potete vedere il testo appello stilato dalla Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana che invita tutte e tutti a manifestare il 14 novembre 2009 contro i CIE e il "Pacchetto sicurezza": ultimi dispositivi di legge della lunga sequela iniziata nel 1992 con la legge Martelli che affrontano il fenomeno.
Ma come lo affrontano? Anziché ribadire la libertà di circolazione delle persone, la loro libertà di espressione, il loro diritto all’asilo, tutti valori cari all’ideologia democratica e liberale a cui si ispirano i governi, i provvedimenti legislativi hanno sancito per legge un regime segregazionista (l’extracomunitario è un non-uomo), razzista (il colore nero della pelle, o olivastro, i tratti somatici asiatici o slavi sono motivo di discriminazione continua a cominciare dai mezzi di trasporto pubblico), autoritario (via via, a seguito delle lotte dei migranti e degli antirazzisti solidali si sono andate affermando nuove restrizioni delle libertà personali e del diritto di manifestazione).
Due pesi e due misure. In questi giorni ricorre anche l’anniversario della caduta del Muro di Berlino. Abbiamo sentito Napolitano (co-autore, in qualità di ministro dell’interno con l’allora ministra Turco della legge istitutiva delle galere razziste, i CPT) sperticarsi ed accalorarsi per la fine di regimi autoritari e ribadire i valori della democrazia, della libertà di circolazione, della dignità delle persone; accanto a lui Fini (co-autore con Bossi, di un ulteriore inasprimento della legge contro l’immigrazione con l’introduzione dell’infame contratto di lavoro legato al permesso di soggiorno) che passa oggi per un grande liberale.
Ma, si sa, la coerenza non alberga nelle stanze del potere e la realpolitik lascia spazio a qualsiasi contraddizione.
Questo breve cenno per la situazione italiana, ma anche a livello mondiale la situazione non è certo migliore. Sappiamo delle politiche sui "sans papier" della Francia Repubblicana, delle stragi a Ceuta e Melilla perpetrate dalla Spagna, delle politiche dei respingimenti e dei lager in Grecia. Sappiamo del Muro del Texas che tenta di arginare l’immigrazione che dal sud e centro America cerca di arrivare nel nord. Sappiamo delle politiche segregazioniste e xenofobe della Repubblica Democratica Cinese e delle tensioni razziali in India, in Pakistan, in Sud-Africa. Sappiamo della fortezza Oceania che non le marinerie australiane e neozelandesi riempono di cadaveri migranti i mari di quella zona.
Il fenomeno migratorio è un fenomeno mondiale, per altro niente affatto nuovo. La novità è che i ricchi applicano le loro politiche discriminatorie a livello statale e interstatale.
La novità è che è in corso una vera e propria guerra mondiale contro i migranti. Una guerra sporca non solo per l’evidente ingiustizia che la muove e che produce, ma anche per tutti i mezzi disponibili che vengono utilizzati, da quelli legali a quelli illegali facendo affidamento e alleanze con i mercanti di schiavi del 21° secolo.
Per questo dal recente congresso dell’Internazionale di Federazioni Anarchiche (IFA-IAF – www.iaf-ifa.org) svoltosi a Carrara nel luglio scorso, è emersa una giornata di lotta per le prime settimane di novembre nel corso della quale, in tutto il mondo, gli anarchici chiamassero alla mobilitazione contro le politiche mondiali (e le loro declinazioni nazionali) razziste e autoritarie.
Oltre che nei paesi delle federazioni aderenti (Portogallo, Spagna, Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Svizzera, Italia, Bulgaria, Cechia, Biellorussia e Argentina) anche in tanti altri paesi gli anarchici e gli antirazzisti solidali hanno raccolto l’appello alla manifestazione.
Per un mondo senza frontiere dove non esista nessuna galera.
La nostra patria è il mondo intero, la nostra legge è la libertà, la nostra forza la solidarietà.