La faccia sconosciuta della rivoluzione
Le notizie che ci ammanniscono i media sovente non rispecchiano adeguatamente la realtà dei fatti e, qualora la rispecchino, vengono però purgate degli aspetti meno graditi al potere. Nel caso dell’Egitto, la realtà che ci è stata propinata è quella di un paese dove una moltitudine di persone ha lottato per settimane, a costo di morti e feriti, avendo come fine ultimo l’abbattimento di un tiranno liberticida e l’instaurazione della democrazia. Stop. Della situazione economica e sociale dell’Egitto, della sua enorme massa di disoccupati, della povertà che colpisce la gran parte dei suoi abitanti, del fatto che Mubarak e la sua rapace corte fossero uno strumento al servizio dell’Occidente e non solo, poche testate hanno dato conto approfonditamente.
A dimostrazione di come i media utilizzino le notizie a loro uso e consumo al fine di veicolare le idee, ecco infatti un aspetto della rivolta egiziana che, rivelato da un corposo lancio della Associated Press dall’Egitto, non è stato – chissà poi perché – adeguatamente trattato dalle Tv e dai giornali. All’estero alcune testate si sono infatti limitate a pubblicare il lancio senza commento alcuno, altre, ad esempio nel nostro paese, lo hanno semplicemente ignorato. Il lancio era intitolato “In Egitto gli scioperi aggiungono pressione alla protesta”, un titolo di per sé onesto ma, al tempo stesso inadeguato, in quanto, da una veloce lettura del contenuto, si comprende immediatamente che la sostanza della notizia è ben altra. Nel testo della corrispondenza ecco infatti un passaggio chiarificatore: “Non tutti gli scioperanti hanno risposto direttamente alla chiamata dei manifestanti (di piazza Tahrir) ma il successo del Movimento e le sue denunce circa l’aumento della povertà sotto il regime di Mubarak hanno avuto risonanza ed hanno riacceso il conflitto sindacale che era già esploso frequentemente negli anni scorsi”. Ma veniamo ai fatti. Continued…