Senza stati né confini nessun* è clandestin*
I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) sono una forma di detenzione amministrativa in cui lo Stato incarcera, in Italia o in Albania – per un periodo fino 18 mesi – quanti non hanno i documenti richiesti – pure senza aver compiuto alcun reato – in attesa di deportarli verso i paesi di origine. Vere e proprie prigioni sono stati creati a partire dal 1997 (allora si chiamavano C.P.T. Centri di Permanenza temporanea) dagli allora ministri di centro sinistra Turco e Napolitano. Da allora ci viene raccontato che questi centri sono fondamentali per difendere l’Italia dall’invasione migratoria del cosiddetto terzo mondo. In realtà i CPR sono parte fondamentale del perverso meccanismo di divisione e controllo delle classi oppresse, per selezionare, con la minaccia di espulsione e carcerazione, una enorme massa di persone che sono costrette a emigrare per sfuggire da guerre, devastazioni sociali e ambientali, provocate dal neo-colonialismo degli Stati europei, nord americani, Russia e Cina e dalle loro multinazionali, che di fatto continuano a rapinare le risorse (ambientali e umane) dei continenti da cui provengono.
Questa moltitudine è costretta a vendere il proprio lavoro a basso costo e sotto il costante ricatto della legislazione che rimanda alla perdita del permesso di soggiorno e infine al CPR, se si rimane disoccupat*.
Poco contano decine di migliaia di vite umane annegate nel mare Mediterraneo, lasciate morire cinicamente senza alcun soccorso, come a Cutro. Vale ancora meno il rispetto della vita e della dignità umana nei CPR dovepiù volte sono avvenuti suicidi, maltrattamenti eviolenze su quant* vi sono rinchius*. La discarica sociale del CPR, assieme a quella del carcere, deve funzionare per tenere bene oliato il meccanismo dello sfruttamento e del dominio. Un meccanismo che si alimenta sempre più con il commercio delle armi a favore di genocidi come quello in corso da parte dello Stato colonialista di Israele contro il popolo palestinese o di guerre come quelle nell’est europeo, in Congo, in Sudan e altrove.
Negli anni le lotte e le rivolte nei CPR sono state costanti ed hanno portato spesso all’inutilizzo e a volte alla demolizione dei lager da parte di chi vi è reclus*.
Oltre al sostegno a queste lotte e alla puntuale denuncia delle violazioni delle libertà e della dignità umana, è necessario sconfiggere la politica governativa e ribaltare la narrazione mediatica sulle migrazioni che da decenni vuole alimentare la guerra tra pover*. È solo costruendo l’unità e il protagonismo dal basso di tutti gli sfruttati e di tutte le sfruttate, al di là diprovenienze e generi, che si può cambiare lo stato delle cose per un mondo di eguali senza sfruttamento e senza frontiere.
Le divisioni servono per il profitto del padronato e la sopravvivenza del capitalismo
I confini servono agli Stati, per le loro guerre di accaparramento e conquista, per la divisione del proletariato internazionale!
Corteo nazionale sabato 6 aprile 2024, ore 15,00
con partenza da piazza Tricolore, Milano
I LAGER DI STATO VANNO CHIUSI TUTTI, SUBITO!
Ateneo Libertario – Federazione Anarchica
Milano, Viale Monza 255