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25 aprile 2024

È ORA DI DIRE BASTA !

Il fascismo, apparentemente sconfitto dall’insurrezione armata della Resistenza, non ha mai smesso di operare, sotto varie vesti, dall’immediato dopoguerra ad oggi, a volte come semplice supporto alla destra politica ed economica, a volte come elemento di punta dell’offensiva reazionaria e conservatrice: lo testimonia la lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo paese (come non ricordare le stragi di P.zza Fontana, di Brescia, ai treni, alla stazione di Bologna…).

Oggi poi, grazie al diffondersi di un clima generale di intolleranza, razzismo e sessismo – che ha modificato i rapporti sociali, i comportamenti collettivi e le dimensioni individuali, basato com’è sul disprezzo e l’odio per le presunte ‘diversità’ – si ripropone come sbocco ‘naturale’ di una mentalità autoritaria e di una strutturazione gerarchica della vita sociale. Le politiche suicide della sinistra hanno fatto il resto con la precarizzazione del lavoro, l’adesione al neo liberismo, l’attacco alle conquiste sociali del ciclo di lotta precedente, l’ossessione per la legalità dimenticando che la legge è sempre frutto dei rapporti di forza sociali. Il risultato lo vediamo con Meloni e la sua cricca al potere. Ciò che deve preoccupare oggi è il rafforzamento di una vasta rete di alleanze di fatto, che va dalle destre istituzionali alla criminalità organizzata e ad ampi settori dell’apparato statale, fino ai gruppuscoli dell’estremismo più becero. Infatti, al di là dei linguaggi, i loro obiettivi sono identici (migranti, realtà anarchiche e comuniste,centri sociali, sindacati di base, comportamenti giovanili, etc.) e fatti propri anche da quei sedicenti ‘moderati’ che vorrebbero più polizia e più repressione, rafforzandoquell’apparato statale che, tramite magistratura e polizia, arresta, denuncia e persegue penalmente l’attivismo antifascista, criminalizzando le manifestazioni di piazza con il principio della responsabilità collettiva e dilatando l’applicazione degli articoli sull’associazione sovversiva. Quello stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna ed esterna, dell’esercito, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente fascisti.

Viviamo in un clima internazionale dominato dalle grandi manovre degli imperialismi, che per ridisegnare le varie zone d’influenza e di dominio hanno scatenato guerre atroci, ridando fiato ai totalitarismi etnici e religiosi, con il massacro e il genocidio di popolazioni inermi.

Viviamo in una pseudo-democrazia che ci fa credere di essere individui liberi soloperché ci chiama periodicamente alle urne negandoci, l’indomani, il diritto alla partecipazione e alle decisioni che riguardano la nostra vita individuale e collettiva.

Viviamo in città che lasciano sfilare impunemente i neo-fascisti con tanto di saluto romano e vessilli nazisti e incarcera chi vi si oppone.

Viviamo sotto il continuo attacco politico-clericale all’autonomia scolastica, alle libertà individuali e collettive, all’autodeterminazione e al diritto di scelta per le donne, alla libera sessualità, per garantire il privilegio patriarcale e l’imposizione di un modello unico di relazioni interpersonali fino alla sopraffazione e alla violenza.

Viviamo sotto il ricatto dell’accettazione passiva di un lavoro salariato malpagato, sempre più precario, a rischio d’infortuni e di morte, sottoposto alle speculazioni antiumane della ricerca del profitto ad ogni costo.

Viviamo in territori sempre più inquinati, dominati dalla speculazione – che ci nega il diritto alla casa – e dalla devastazione ambientale (Grandi Opere, TAV, Ponte sullo stretto, ecc.).

Viviamo in città sempre meno socializzanti, militarizzate e più “impaurite”, condizionate dall’offensiva mediatica dei mezzi di disinformazione di massa.

È ora di invertire la tendenza!

Ora più che mai vi è la necessità di affermare la nostra più ferma opposizione a questo sistema di oppressione e di sfruttamento, ai tentativi di aumentare il nostro coinvolgimento in guerra, ai nuovi tentativi sempre più autoritari che si delineanoall’orizzonte con le ‘riforme’ istituzionali del premier solo al comando.

Abbandoniamo ogni illusione parlamentaristica e diamo vita ad organizzazioni di base senza gerarchie, senza funzionariato di partito e di apparato, per il rilancio dell’azione diretta collettiva, la gestione in prima persona della lotta, il rifiuto della delega come garanzie di un percorso autogestionario che non si limiti agli “aggiustamenti”, alle “compatibilità” interne all’organizzazione capitalistica del lavoro e della società, ma ponga all’ordine del giorno la trasformazione radicale dei rapporti sociali, per un mondo di libere ed uguali.

Dobbiamo sostenere lo sforzo di quanti nel mondo, dal Rojava, al Chiapas, alla Palestina, lottano per conquistare la libertà e la propria organizzazione sociale.

Per rispettare la memoria storica, per ricordare che la lotta antifascista è nata nel 1919 e non è finita il 25 aprile di settantanove anni fa, per onorare i compagni e le compagne cadute, l’antifascismo deve tornare ad intrecciarsi alla critica radicale dell’esistente ed alla prospettiva rivoluzionaria di una società senza gerarchie né sfruttatori, sconfiggendo sul terreno della pratica sociale – autogestionaria, solidale, anticapitalista, antirazzista, antisessista – ogni tentativo di criminalizzazione delle nostre vite e di attacco alle libertà individuali e collettive.

 

CONTRO TUTTE LE GUERRE DEGLI STATI!

LIBERTA’ PER LE ANTIFASCISTE E GLI ANTIFASCISTI!

LIBERTA’ PER TUTTE LE PRIGIONIERE E I PRIGIONIERI POLITICI!

FEDERAZIONE ANARCHICA – MILANO

 

Viale Monza 255

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25 aprile, il programma della giornata

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Presentazione libro: Il popolo tiranni più non vuole

Venerdì 19 aprile, ore 21.

Presentazione del nuovo libro pubblicato da Zero in Condotta.

Saranno presenti gli autori Franco Schirone e Mauro De Agostini.

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Corteo nazionale No CPR 6 aprile 2024 Milano

Senza stati né confini nessun* è clandestin*

I Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) sono una forma di detenzione amministrativa in cui lo Stato incarcera, in Italia o in Albania – per un periodo fino 18 mesi – quanti non hanno i documenti richiesti – pure senza aver compiuto alcun reato – in attesa di deportarli verso i paesi di origine. Vere e proprie prigioni  sono stati  creati a partire dal 1997 (allora si chiamavano C.P.T. Centri di Permanenza temporanea) dagli allora ministri di centro sinistra Turco e Napolitano. Da allora ci viene raccontato che questi centri sono fondamentali per difendere l’Italia dall’invasione migratoria del cosiddetto terzo mondo. In realtà i CPR sono parte fondamentale del perverso meccanismo di divisione e controllo delle classi oppresse, per selezionare, con la minaccia di espulsione e carcerazione, una enorme massa di persone che sono costrette a emigrare per sfuggire da guerre, devastazioni sociali e ambientali, provocate dal neo-colonialismo degli Stati europei, nord americani, Russia e Cina e dalle loro multinazionali, che di fatto continuano a rapinare le risorse (ambientali e umane) dei continenti da cui provengono.

Questa moltitudine è costretta a vendere il proprio lavoro a basso costo e sotto il costante ricatto della legislazione che rimanda alla perdita del permesso di soggiorno e infine al CPR, se si rimane disoccupat*.

Poco contano decine di migliaia di vite umane annegate nel mare Mediterraneo, lasciate morire cinicamente senza alcun soccorso, come a Cutro. Vale ancora meno il rispetto della vita e della dignità umana nei CPR dovepiù volte sono avvenuti suicidi, maltrattamenti eviolenze su quant* vi sono rinchius*. La discarica sociale del CPR, assieme a quella del carcere, deve funzionare per tenere bene oliato il meccanismo dello sfruttamento e del dominio. Un meccanismo che si alimenta sempre più con il commercio delle armi a favore di genocidi come quello in corso da parte dello Stato colonialista di Israele contro il popolo palestinese o di guerre come quelle nell’est europeo, in Congo, in Sudan e altrove.

Negli anni le lotte e le rivolte nei CPR sono state costanti ed hanno portato spesso all’inutilizzo e a volte alla demolizione dei lager da parte di chi vi è reclus*.

Oltre al sostegno a queste lotte e alla puntuale denuncia delle violazioni delle libertà e della dignità umana, è necessario sconfiggere la politica governativa e ribaltare la narrazione mediatica sulle migrazioni che da decenni vuole alimentare la guerra tra pover*. È solo costruendo l’unità e il protagonismo dal basso di tutti gli sfruttati e di tutte le sfruttate, al di là diprovenienze e generi, che si può cambiare lo stato delle cose per un mondo di eguali senza sfruttamento e senza frontiere.

Le divisioni servono per il profitto del padronato e la sopravvivenza del capitalismo

I confini servono agli Stati, per le loro guerre di accaparramento e conquista, per la divisione del proletariato internazionale!

Corteo nazionale sabato 6 aprile 2024, ore 15,00

con partenza da piazza Tricolore, Milano

I LAGER DI STATO VANNO CHIUSI TUTTI, SUBITO!

Ateneo Libertario – Federazione Anarchica

Milano, Viale Monza 255

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Grecia: criminalizzazione delle migrazioni e militarizzazione dei confini


Come è cambiato il panorama delle migrazioni in Grecia negli ultimi anni e a 9 mesi dal più grande naufragio del mediterraneo?

Da un lato, la militarizzazione continua ai confini di terra e di mare, tra fondi e tecnologie europei e spinte nazionalistiche.
Dall’altro, l’atto stesso di migrare è sempre più l’oggetto diretto di una campagna di repressione che porta a esclusione, isolamento, processi a migranti e solidali, e richieste di condanna per decine di anni.

Ne parliamo con Giulio,attivista anarchico no border di Atene,Grecia.

A seguire aperitivo-cena benefit a sostegno della biblioteca itinerante nei campi profughi greci.

Iniziativa di avvicinamento alla manifestazione CONTRO I CPR di Milano del 6 aprile 2024

Giovedì 14 marzo ore 18,30

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SABATO 24 IN PIAZZA CONTRO GUERRE, STATI,ESERCITI, NAZIONALISMI e FRONTIERE

Qui di seguito il nostro appello e volantino per la manifestazione di sabato 24 febbraio 2024, ore 14:30 Piazzale Loreto.

Il 24 febbraio, anniversario dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa a sostegno delle repubbliche separatiste del Donbass, scendiamo in piazza contro tutte le guerre, imperialiste e coloniali, che stanno insanguinandovaste aree del pianeta.

Con il genocidio israeliano in corso nella striscia di Gaza, l’aprirsi del conflitto nel Mar Rosso, gli scontri al confine del Libano, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, la guerra civile in Sudan e nella repubblica del Congo, la lotta per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una guerra su scala planetaria è ormai una possibilità concreta.

 

Cosa fa il governo italiano per garantirsi un posto nel banchetto imperialista?


Lancia nuove missioni di guerra spedendo due fregate nel Mar Rosso e assumendo la guida dell’operazione Aspides targata UE.
Alimenta i sanguinosi conflitti in corso, con un nuovo invio di armi all’Ucraina (secondo i dati dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, aggiornati al 31 ottobre, i governi italiani le avrebbero già versato 11 miliardi di euro) e a Israele, il dispiegamento di 3500 militari nell’est europeo e sul Mar Nero, la vendita di armi in tutto il mondo e l’addestramento delle forze speciali delle dittature militari del Sahel per bloccare l’immigrazione e garantirsi le risorse energetiche.
Stanzia altri miliardi per il settore militare (la spesa bellica è arrivata 104 milioni di euro al giorno.!). Aumenta gli effettivi delle forze armate di 10.000 soldati e propone la costituzione di una riserva militare per prepararsi alla guerra in casa.
Taglia i fondi all’UNRWA, affamando insieme agli Stati Uniti i profughi palestinesi il cui sostentamento dipende esclusivamente dagli aiuti internazionali e favorendo una nuova espulsione dal loro territorio.

Sottrae fondi alla sanità, alla scuola, all’edilizia pubblica per dirottarli all’economia di guerra.

Intensifica la presenza dell’esercito nelle nostre città con l’operazione ‘Strade sicure’ e la propaganda militarista nelle scuole.

Occorre dire basta e opporsi concretamente se non vogliamo farci trascinare nella spirale della guerra.

Mobilitiamoci per:
Fermare i massacri in corso, a Gaza, in Cisgiordania, in Ucraina, ovunque.
Far cessare i finanziamenti e le forniture di armi alle parti in conflitto.

Abbattere le spese militari.
Ritirare tutte le missioni militari all’estero.

Sostenere concretamente le popolazione vittime della criminalità degli Stati, così come gli obiettori, i renitenti e i disertori di tutte le guerre.

Federazione Anarchica – FAI- Milano

Ateneo Libertario

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Serata per Gaza

Mercoledì 28/2/24 ore 18:30

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17 febbraio 2024 sostegno alla comunità curda

LIBERTA’ PER ÖCALAN
LIBERTA’ PER TUTTE LE DETENUTE E I DETENUTI
Contro le zone della Siria del Nord-Est, abitate prevalentemente da popolazioni curde e gestite dall’AANES (Amministrazione Autonoma del Nord-Est della Siria), la Turchia ha intensificato dall’autunno scorso gli attacchi militari contro le sorgenti idriche ed energetiche, le loro reti di distribuzione, i magazzini alimentari e le industrie di trasformazione, le strutture mediche, le tipografie, le fabbriche di abbigliamento.
Tra il 15 e il 18 gennaio 2024, in soli tre giorni, sono stati sferrati decine e decine di bombardamenti contro distributori di benzina e centrali lasciando più di 900 villaggi senza elettricità. Le responsabilità dell’Italia sono dirette ed evidenti, essendo la Turchia uno dei maggiori mercati di esportazione dell’industria bellica nostrana, con in testa Leonardo e Beretta, attraverso la fornitura di armi, elicotteri, bombe, missili e droni.
Con queste azioni terroristiche la Turchia, approfittando della situazione di guerra che coinvolge il Medio oriente, vuole colpire le basi economiche della popolazione portando al collasso le strutture di autogoverno basate sul confederalismo democratico, distruggendo le conquiste sociali ottenute con una dura lotta, rendendo così sempre più difficile, se non impossibile, la vita nella regione.
Ancora una volta si rende necessaria una mobilitazione internazionale per costringere il governo del presidente turco Recer Tayyip Erdogan a cessare i bombardamenti e a rispettare le libertà, l’autonomia e l’autodeterminazione dei popoli del Rojava.
In questa mobilitazione assume particolare importanza la richiesta di scarcerazione di Abdullah Öcalan, detenuto da oltre 25 anni, in condizioni inumane di isolamento, nell’isola di Imrali. Ricordiamo infatti che fino al 2015 si erano tenuti dei colloqui in carcere tra una delegazione turca e Öcalan per trovare una via di risoluzione politica al conflitto tra Turchia e il movimento di liberazione curdo; colloqui improvvisamente interrotti da Erdogan con l’offensiva militare contro le città curde della Turchia – Cizre, Nusaybin, il quartiere di Sur di Diyarbakir – provocando lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e centinaia di vittime civili. La libertà di Öcalan, così come quella delle tante e dei tanti detenuti politici, diventa oggi un passo indispensabile per la soluzione di quel conflitto.
Per la cessazione dei bombardamenti e degli attacchi delle bande Jihadiste sostenute da Erdogan, per la libertà di Öcalan e delle tante e dei tanti detenuti politici, siamo in piazza il 17 febbraio per manifestare il nostro sostegno alla comunità curda e alla rivoluzione in atto, basata sulla gestione diretta e federata del territorio, sull’eguaglianza dei generi, sull’ecologia sociale.
JIN, JÎYAN, AZADÎ

FEDERAZIONE ANARCHICA – ATENEO LIBERTARIO

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